testo di what was i made for? di billie eilish

Testo di What Was I Made For? di Billie Eilish

Testo di “What Was I Made For?” di Billie Eilish

La canzone “What Was I Made For?” di Billie Eilish esplora temi profondi e introspezione emotiva attraverso i suoi versi. Di seguito sono riportate le parole complete della canzone, seguite da un’analisi dettagliata dei suoi contenuti tematici e artistici.

Versi della canzone

Strofa 1

I used to float, now I just fall down

I used to know but I’m not sure now

What I was made for

What was I made for?

Ritornello

‘Cause I, I

I don’t know how to feel

But I wanna try

I don’t know how to feel

But someday I might

Someday I might

Strofa 2

When did it end? All the enjoyment

I’m sad again, don’t tell my boyfriend

It’s not what he’s made for

What was I made for?

Ritornello

‘Cause I, I

I don’t know how to feel

But I wanna try

I don’t know how to feel

But someday I might

Someday I might

Ponte

Think I forgot how to be happy

Something I’m not, but something I can be

Something I wait for

Something I’m made for

Ritornello

‘Cause I, I

I don’t know how to feel

But I wanna try

I don’t know how to feel

But someday I might

Someday I might

Analisi dei temi della canzone

La canzone “What Was I Made For?” di Billie Eilish è un’esplorazione dell’identità personale e della ricerca del significato di sé. Billie Eilish, attraverso i suoi testi, esprime un senso di smarrimento e una profonda introspezione. Il tema centrale della canzone ruota attorno alla domanda esistenziale: “Per cosa sono stata creata?” Questa domanda riflette un profondo desiderio di capire il proprio posto nel mondo e il proprio scopo.

Perdita di innocenza e cambiamento

Nella prima strofa, Eilish menziona il passaggio da uno stato di leggerezza (“I used to float”) a un sentimento di caduta (“now I just fall down”). Questo rappresenta la perdita dell’innocenza e la consapevolezza di una realtà più complessa e impegnativa. Il cambiamento è un tema ricorrente nella musica di Eilish, e qui viene esplorato attraverso la lente della sua esperienza personale.

Conflitto emotivo

Il ritornello sottolinea il conflitto emotivo che molti giovani adulti affrontano: il desiderio di provare emozioni genuine e la difficoltà di accedervi. Eilish canta di non sapere come sentirsi, ma esprime anche il desiderio di voler provare, suggerendo una speranza di crescita e comprensione futura. Questo conflitto è universale e risuona con chiunque si trovi in un momento di transizione nella vita.

Relazioni e pressione sociale

La seconda strofa affronta anche il tema delle relazioni personali e della pressione sociale. Eilish allude a una relazione romantica e al peso delle aspettative, sia personali che altrui. La linea “It’s not what he’s made for” suggerisce la difficoltà di vivere all’altezza delle aspettative o di essere fraintesi nelle relazioni, un’esperienza comune per molti.

Ricerca della felicità

Il ponte della canzone esprime una riflessione intensa sulla felicità e sulla possibilità di raggiungerla. Eilish riconosce di aver dimenticato come essere felice e si chiede se sia qualcosa raggiungibile. Questo riflette una lotta interna tra accettazione e speranza, una dualità che è spesso presente nel viaggio verso l’autocomprensione.

Speranza e accettazione

Nonostante il tono malinconico, la canzone si chiude su una nota di speranza. L’idea di “someday I might” suggerisce che, anche se il presente è incerto, c’è una possibilità di cambiamento positivo. Eilish esprime la volontà di attendere e lavorare verso qualcosa per cui è stata “creata”, un messaggio che incoraggia l’ascoltatore a non arrendersi nella ricerca del proprio scopo.

Conclusione

“What Was I Made For?” di Billie Eilish è un’opera artistica che invita all’introspezione e alla riflessione. Attraverso i suoi testi, Eilish esplora temi complessi come il cambiamento, il conflitto emotivo, la pressione sociale, e la ricerca della felicità. La canzone è un promemoria potente del fatto che la crescita personale è un processo continuo e che, anche nei momenti di incertezza, c’è sempre spazio per la speranza e la scoperta di sé.

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