testo di gaudeamus igitur

Testo di Gaudeamus Igitur

Gaudeamus Igitur – Tradizionale

Gaudeamus igitur,

iuvenes dum sumus,

Post iucundam iuventutem,

post molestam senectutem

nos habebit humus.

Ubi sunt qui ante nos

in mundo fuere?

Vadite ad superos,

transite ad inferos

hos si vis videre.

Vivat Academia,

vivant Professores,

Vivat membrum quodlibet,

vivant membra quaelibet,

semper sint in flore.

Vivant omnes virgines

faciles, formosae.

Vivant et mulieres

teneres, amabiles,

bonae, laboriosae.

Vivat et Respublica

et qui illam regit.

Vivat nostra civitas,

Maecenatum caritas

quae nos hic protegit.

Pereat tristitia,

pereant osores.

Pereat diabolus,

quivis antiburschius

atque irrisores.

Analisi e Importanza di “Gaudeamus Igitur”

“Gaudeamus Igitur”, conosciuto anche come “De Brevitate Vitae”, è un inno goliardico tradizionale, spesso associato alle cerimonie accademiche in Europa. Il testo è scritto in latino e celebra la giovinezza, l’istruzione e la vita universitaria, ma lo fa con una consapevolezza del passaggio del tempo e della mortalità. Questo inno è particolarmente famoso per la sua melodia vivace e i suoi testi che oscillano tra celebrazione e riflessione.

Il testo di “Gaudeamus Igitur” è un esempio classico della letteratura goliardica, che era popolare nel Medioevo. Gli autori di queste opere erano spesso studenti universitari o giovani chierici che celebravano la vita e l’allegria, a volte sfidando le norme sociali e religiose del loro tempo. La loro poesia spesso conteneva critiche sottili alle istituzioni e una forte enfasi sui piaceri terreni.

Il tema principale di “Gaudeamus Igitur” è la celebrazione della vita giovanile. Il primo verso, “Gaudeamus igitur, iuvenes dum sumus”, si traduce in “Rallegramoci dunque, finché siamo giovani”. Questo incipit sottolinea l’importanza di godere del momento presente, un tema che risuona con persone di tutte le età. Tuttavia, la strofa successiva ci ricorda della nostra mortalità con il verso “nos habebit humus”, che significa “la terra ci avrà”. Questo contrasto tra la celebrazione della vita e la consapevolezza della morte è centrale nel testo.

Un altro aspetto importante è l’omaggio all’istituzione accademica. Il testo elogia l’accademia e i professori, sottolineando il rispetto per l’istruzione e il sapere. “Vivat Academia, vivant Professores” riflette l’idea che l’istruzione è un pilastro della società e merita rispetto e celebrazione. Questo tema è particolarmente significativo nelle cerimonie di laurea, dove “Gaudeamus Igitur” viene spesso cantato per celebrare il successo accademico dei laureandi.

Inoltre, il testo celebra vari aspetti della società, tra cui la Repubblica, la comunità e le donne. La menzione delle vergini, delle donne gentili e laboriose, e della città e della Repubblica, dimostra un apprezzamento per tutti gli elementi che compongono una comunità prospera. “Vivat nostra civitas” si traduce in “Viva la nostra città”, e sottolinea l’importanza della collettività e del sostegno reciproco.

Nel corso dei secoli, “Gaudeamus Igitur” è diventato un simbolo della tradizione accademica in molti paesi europei. Le sue radici affondano nel Medioevo, ma la sua popolarità è cresciuta particolarmente nel XIX secolo. Oggi, è cantato in molte università durante le cerimonie di laurea e altri eventi accademici, servendo come un collegamento tra passato e presente.

In sintesi, “Gaudeamus Igitur” è molto più di un semplice inno universitario. Esso incarna i valori della giovinezza, della conoscenza e della comunità, pur riconoscendo la transitorietà della vita. La sua capacità di combinare allegria e riflessione lo rende un testo senza tempo, capace di parlare a generazioni di studenti e studiosi. La sua melodia vivace e i testi profondi assicurano che continuerà a essere una parte importante delle tradizioni accademiche per molti anni a venire.

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